Lo scopo principale del RILM è fornire un accesso alla letteratura musicale. Le sue voci però non devono essere considerate come dei sostituti dei documenti originali: per questo gli abstract contengono solo l'informazione necessaria affinché gli studiosi ed i ricercatori possano decidere se il record che stanno consultando sia per loro utile o meno. Gli abstract devono essere un'esposizione efficiente degli obiettivi e delle scoperte della ricerca dell'autore; devono menzionare le figure storiche, gli studiosi, i manoscritti, i trattati e le composizioni che sono di primaria importanza per gli scritti a cui si riferiscono. Devono inoltre rendere chiara la materia di cui tratta l'opera e ciò che essa afferma, pur senza diventare una ricapitolazione esaustiva. La loro lunghezza dipende dall'importanza dell'argomento trattato e dal numero di termini chiave necessari per rendere il loro contenuto chiaro a chi lo consulta: in genere, non dovrebbero superare le 200 parole. Esistono due diversi tipi di abstract: quello descrittivo, che riassume l'opera dell'autore senza dare alcuna conclusione (“Descrive l'intento dell'arte in connessione con l'educazione ed il piacere” oppure “Descrive il metodo di composizione di Wolfgang Amadeus Mozart”), e quello dichiarativo, che attesta le principali conclusioni dell'autore e le sue opinioni (“Lo scopo dell'arte è l'educare ed il piacere” oppure “Wolfgang Amadeus Mozart non immaginava interamente le sue opere prima di scriverle”). Ad esclusione di rari casi è preferita la forma dichiarativa: la sua caratteristica distintiva è l'esposizione delle scoperte e delle opinioni dell'autore; è come se fosse egli stesso a parlare. Un abstract dichiarativo ci dice che cosa l'autore ha scoperto, laddove uno descrittivo riporta solamente che cosa egli abbia preso in esame. Se ci sono delle opinioni, queste devono essere riportate: solo nel caso in cui l'autore non arrivi a trarre delle conclusioni il compilatore può optare per la forma descrittiva. Non c'è bisogno di iniziare un abstract con fatti ben noti ed ovvi come “Schubert è stato forse il più grande compositore di lieder” oppure “La musica dell'Asia esiste in diverse forme ed in molti paesi”. È opportuno omettere queste frasi e partire, per esempio, con “I frammenti delle opere di Schubert mostrano notevoli differenze dai suoi lieder” oppure “La musica Pansori della Korea ha caratteri ben distinti”. Le frasi brevi sono preferite alle lunghe, così come sono preferiti i termini chiari a quelli stravaganti o vaghi. Inoltre è buona norma evitare i riferimenti all'autore o all'articolo di cui si parla: piuttosto che “L'autore dice che Ludwig van Beethoven preferiva Vienna a Bonn” è meglio scrivere “Ludwig van Beethoven preferiva Vienna a Bonn”. I riferimenti all'autore devono essere considerati come un'ultima risorsa nel tentativo di evitare una costruzione passiva.